lunedì 29 settembre 2014

Juta - materiale veryCountry per una nuova borsa...

Vivendo in campagna è molto probabile trovarsi fra le mani dei vecchi sacchi di juta. Una volta (prima dell'invenzione dei sacchi di materiale sintetico) i contadini li usavano moltissimo, per le patate, per i cereali, per il concime ecc.ecc.

Anch'io ne ho trovati alcuni di questi sacconi di vecchia juta. Erano molto sporchi e in più punti erano anche bucati. Ma dopo un'adeguata cura (leggi: triplo lavaggio e qualche rammendo:) si sono rivelati un materiale magnifico. E mi sono subito messa ad usarne/trasformarne uno.

Ecco il risultato: una "tote bag" per fare shopping... e non solo...


La tela di juta è molto rustica e ruvida. Così mi sono divertita ad assemblarla ad altri tessuti di carattere completamente diverso: morbido cotone (ex-tovaglia) per la fodera, lucido raso (ex-borsetta "elegante") per la doppia tasca esterna e robusto tessuto da arredamento per i due manici.
fronte + retro

foderata in cotone bianco+blu

Anche il grosso bottone in madreperla è abbastanza in contrasto con la grezza juta, ma è un contrasto che io trovo interessante....
doppia tasca esterna, 1 con bottone e 1 con cerniera


P.S.: la borsa è abbastanza grande (circa 40 x 45 cm)

giovedì 25 settembre 2014

Boro, sashiko e le ispirazioni giapponesi...

Visto il titolo che ho scelto per questo post vorrei subito mettere in chiaro alcune cose: non sono mai stata in Giappone, non mi interessa molto la letteratura giapponese, non mi piacciono i manga, non vado matta per il sushi. Ma navigando in internet ho trovato dei tessuti tradizionali giapponesi meravigliosi ... e me ne sono letteralmente innamorata! Parlo dei "boro" (pezze di stoffa per riparare indumenti vecchi e bucati) e del "sashiko", una tecnica giapponese nata per rafforzare i tessuti, cucendo insieme vari strati di stoffa.
Per farvi capire meglio metto alcune foto trovate sui blog di Pietrina Atzori e di Blandina (che spiegano anche bene l'antica tecnica boro/sashiko):

Che dite? Io sono affascinata da questi lavori. Ho già visto che in alcuni negozi online sono in vendita antichi tessuti boro (originali), ad esempio nel Mujostore di Elizabeth Leslie a Kyoto. Un giorno o l'altro vorrei comprarne un pezzo di questa stoffa piena di storia e di vita vissuta per farmi una borsa o forse qualcosa per la casa (come la bravissima Sharon Sarchet del Etsy-shop IndigoMountains ).
Ma siccome i prezzi non sono proprio bassi mi accontento (per il momento) di materiale vintage che ho già in casa. Visto che molti dei vecchi boro sono dei cotoni tinti con l'indaco (un colorante di origine vegetale che in Asia si usa da circa 4000 anni)  e quindi di un bel blu che ricorda (almeno lontanamente) il colore dei blue jeans, mi sono messa a fare alcuni "falsi boro".... ecco i primi "jeans-boro-sashiko à la Helga" :)))


astucci cover (foderati) per smartphone, gameboy ecc.


borsetta portabottiglia in canapa con tasca esterna in boro-sashiko-jeans



Lo so, lo so, il colore dei jeans è un triste tentativo di imitare il bellissimo colore indaco dei tessuti asiatici, e questi miei lavoretti sono una povera, poverissima copia dei veri boro giapponesi. Ma cercherò di migliorare (magari usando un giorno anche dei tessuti originali)! Intanto faccio fuori dei jeans vecchi e rotti che ho in casa.
In ogni caso, gli astucci, borsette ecc. che nascono così sono originali, tutti pezzi unici e moooolto resistenti!
Il figlio (10 anni) di una mia vicina di casa ne ha già presi due (purtroppo non ho fatto le foto), uno per il suo cellulare e uno per il suo Nintendo, ed è supercontento:) Adesso ha deciso di crearsene degli altri da solo - o quasi da solo: la mamma ed io per il momento diamo ancora una mano. Lui comunque impara incredibilmente veloce ad usare la macchina da cucire. Forse prossimamente farò un piccolo post sul giovane sarto pieno di entusiasmo e di talento:))

lunedì 15 settembre 2014

Cipolline borettane - uso multiplo :)

Premetto: è la prima volta che lavoro con le cipolline borettane. E queste che ho usato non sono neanche del mio orto, ma dell'orto di un'amica. Ne avevo presi 2 chili, e ho fatto (per la prima volta appunto) le cipolline in agro-dolce. Sono venuti 4 bei vasi:


La ricetta che ho usato è questa:
- 1 chilo di cipolle borettane
- 0,5 ltr. di aceto di vino bianco
- 0,5 ltr. di vino bianco,
- 100 g di zucchero
- 2 o 3 foglie di alloro
- pepe nero in grani q.b.
- chiodi di garofano q.b.
- un pizzico di sale

Procedimento:
Sbollentare per circa 2 minuti le cipolle in acqua salata, farle raffreddare un pochino e togliere delicatamente la pellicina esterna.  Versare aceto e vino in una casseruola e portare a bollore. Aggiungere il resto degli ingredienti, unire le cipolline e farle bollire per circa 10 minuti. Distribuire le cipolline nei vasi sterilizzati, coprirle con il liquido di cottura e chiudere ermeticamente.

Questa conserva deve riposare per un mese prima di poterla assaggiare. E quindi....... avendola appena fatta non so ancora se le mie cipolline sono buone, ma penso (spero) proprio di si:)))))

Un'altro risultato l'ho avuto subito invece: Tessuto in cotone e pizzo vecchio tinti con le pelli delle cipolline borettane (della serie: non si butta via niente:))


Il procedimento che ho adottato non è molto "ortodosso" perché ho fatto mordenzatura e tintura in un passaggio solo. Ho semplicemente mischiato tutti gli avanzi della preparazione di conserva, mettendo in una grande pentola l'acqua salata in cui ho sbollentato le cipolline, un po' di liquido di cottura (aceto-vino-alloro-chiodigarofano ecc.) e naturalmente le pellicine delle cipolline stesse.


In questa "brodaglia" ho fatto bollire per circa un'ora tessuto e pizzo (inizialmente entrambi bianchi). Risultato: un bel giallo senape, forse non è molto deciso, ma per essere il primo tentativo sono contenta:) 



mercoledì 10 settembre 2014

E il gallo canta




Il nostro nuovo co-inquilino si chiama Cocco, è un giovane gallo e "dirige" da qualche giorno la vita nel nostro piccolo pollaio.

Il numero delle nostro galline era sceso drasticamente negli ultimi tempi, una è stata uccisa dalla volpe e un'altra da una malattia... Così abbiamo deciso di prenderne altre due, giovani e molto timide (come si vede chiaramente nella foto seguente)


Chi conosce le gerarchie nel pollaio sa che difficilmente le galline "anziane" accettano quelle nuove arrivate senza beccarle o "torturarle", spesso sono veramente aggressive. L'unico che può mettere d'accordo tutte è ... il gallo! Abbiamo quindi superato la paura di dare fastidio ai nostri vicini (di cui alcuni in passato hanno avuto "problemi" con il canto del gallo) e abbiamo preso Cocco ^___^
Lui, nonostante la sua giovane età, è diventato subito il capo indiscusso nel pollaio.
E sorpresa sorpresa: persino i vicini "veryurban" si sono già complimentati per la sua bellezza (anche se ha la coda ancora incompleta, è molto giovane!!!) e anche per l'allegria che trasmette il suo chichirichiiiiiiiii....


Il giorno che è arrivato Cocco è partita un'altra delle mie borse autoprodotte: è la "sorella" del vecchio sacco di canapa che vi ho già fatto vedere 2 mesi fa. Anche questa, simile ma diversa, è arrivata dalla sua nuova proprietaria. E per non dimenticarla (eh si, io ci tengo alle mie piccole creazioni:) metto qui le foto fatte prima della spedizione....



mercoledì 3 settembre 2014

La vecchia coperta...

Avevo da anni un pezzo di una vecchia coperta di lana, robusta ma un po' ruvida. Insieme a qualche merletto di cotone, uno scampolo di vecchio tessuto ricamato (credo di origine turca) e una tracolla ricavata da una stoffa vintage (che una volta si usava per fare materassi) è diventato la mia "nuova" borsa.


Per la chiusura ho usato un mio bottone (in legno di robinia), il rammendo color fucsia copre un piccolo buco nel tessuto e sul retro ho applicato un "provino" di eco-print all'eucalipto fatto qualche mese fa con Marisa.

La borsa è foderata con cotone beige e ha una comoda seconda tasca interna. Sicuramente è un modello molto particolare e non incontra il "gusto di massa". A me piace però, e penso di usarla moltissimo:) E anche una mia amica non avrebbe disdegnato una borsa simile. Problema: mi era rimasto solo un pezzetto piccolo piccolo della vecchia coperta di lana, e così le ho fatto una borsetta piccola per il suo smartphone. Ecco "madre e figlia":





Chi mi conosce ormai lo sa: quando mi butto su un lavoro nuovo (e le borsette per smartphone sono nuove per me) inizio spesso una nuova "ondata". Così sono nate anche due "sorelle", molto diverse negli stili e nei materiali però: